La prima volta alla Barkley. Perché #bastacredereinsèstessi

Ho detto cosi Jasmin Paris, appena è riuscita a ritrovare fiato ed energie.

“Basta-credere-in-sé-stessi”. Già.

Jasmin è la prima. La prima donna.

La prima ad arrivare a toccare, nel tempo limite di 60 ore, la simbolica staccionata gialla che sembra sia lì a sbarrare ogni aspettativa. Mentre è dopo quella sbarra che forse, anche per Jasmin, è (ri)cominciato tutto.

Perché mai come da certi traguardi si può ripartire. Si può essere diversi. Si può sentire…di essere diversi. E chissà come si sentirà adesso Jasmin…dopo quello che ha fatto. Dopo “l’impresa impossibile” che lei sola, adesso, ha reso finalmente possibile. Alzando metaforicamente quella sbarra alla possibilità di tutti, di tutte. Finalmente.

99 secondi.

Jaasmin ce l’ha fatta per soli 99 secondi.

59 ore 58minuti e 21 secondi. Questo è il tempo che ha impiegato Jasmin Paris per completare, prima donna nella storia appunto, le famigerate Barkley Marathons.

Ma facciamo un passo indietro. Cosa sono le Barkley Marathons?

Sono…UNA GARA. Per chi fa Trail Runnin è forse LA GARA PIU’ ICONICA. Perché semplicemente la più “quasi-impossibile”.

Si svolge nel Tennessee, da circa 4 decenni. E’ massacrante, perché non ha un tracciato…tracciato; è perché è durissima con le sue circa 100miglia e circa 20000md+ da completare in 60 ore. E’ misteriosa, perché anche ai concorrenti viene sveltato il “percorso” solo poche ora prime, attraverso una mappa vecchio stile. Niente gps, niente tecnologia.

Solo Mappa alla mano e dei libri da trovare lungo il percorso da cui strappare la pagina col tuo numero di pettorale ad ogni giro.

I giri sono 5, in totale. Da completare ciascuno in 12 ore. Altrimenti si è squalificati.

Fino all’edizione 2024, 40 anni, solo 17 uomini erano risciti nell’impresa di arrivare alla sbarra gialla. Nessuna donna.

Quest’anno, incredibile, Jasmin compresa, i finisher sono stati ben 5.

Jasmin è simbolo. Jasmin è icona.

Lo è in realtà dal 2019 quando il mondo dello sport e non solo si è accorto di questa mamma che ad ogni ristoro della Spine Race (268miglia, 428Km), si è fermata per tirare il latte per la sua bimba di 14 mesi e, nonostante tutto, ha concluso la gara in sole 83 ore 12 minuti e 23 secondi: distruggendo il precedendo record di circa 12 ore e arrivando 5 ore prima…del primo uomo!

Jasmin è simbolo.

Così come le sono tutte le foto (non ne scarterei nemmeno una, mai!) del suo arrivo al traguardo. Distrutta…come lo si è, sempre, quando si è fatto qualcosa di unico, di durissimo. Qualcosa in cui la testa conta più del corpo, che comunque è messo alla frusta come non mai.

Jasmin è simbolo di determinazione; di lotta estrema contro ogni voce interiore che ti dice che non ce la potrai mai fare; o cmq, di fermarti ad un certo punto. Lei, alla Berkley, era al 3° tentativo, poi!

Jasmin non si è fermata perché è stata più forte di qualsiasi voce interiore. Perché lei…ha…saputo…credere…in…sé…stessa!

“L’ho fatto per me e sono super felice di aver raggiunto ciò che mi ero prefissato dopo tre anni di tentativi”, ha spiegato Jasmin. “Ma sono felice di averlo fatto anche per le donne di tutto il mondo – non solo per le runner – ma per qualsiasi donna che voglia accettare una sfida e magari non abbia la sicurezza necessaria.

RFW suggerisce:

“Di riempirsi del valore di certe imprese per trovare il coraggio di accettare le sfide neccessarie a realizzare i nostri sogni. A non mollare. A credere in noi stessi anche quando tutti ci dicono che…sarà impossibile. Solo noi abbiamo il dritto di decidere cosa sia realmente impossibile, per noi!”